La Valsavarenche: Anello dei due rifugi. Rifugio Chabod 2750 m / Rifugio Vittorio Emanuele II 2775 m
Scopriremo la Valsavarenche con un itinerario circolare, con partenza ed arrivo, quindi, nello stesso punto, senza percorrere lo stesso sentiero in salita ed in discesa. Ripido ma non lungo, il sentiero per il rifugio Chabod permette di visitare una delle zone più interessanti della Valsavarenche. Da Dégioz (1540 m ) si continua sulla strada di fondovalle in direzione di Eaux Rousses (1666 m), si parcheggia nei pressi della strada (1860 m, 6,5 km da Dégioz), e si segue a sinistra la sterrata che porta all’Alpe Pravieux. Accanto a questa inizia il sentiero indicato col numero 9 e 10, che sale a tornanti nel bosco. Raggiunta la montagna Lavassey (2194 m , 1 ora ), si lascia a sinistra il sentiero numero 9 e si continua a salire fino ad uscire dal bosco in una zona di dossi e pianori erbosi. Si continua con percorso panoramico, si costeggia un crinale, poi si sale a sinistra a svolte fino al terrazzo dove sorge il rifugio Chabod (2750 m, 1.30 ore ). La posizione in cui è costruito lo Chabod è splendida, sensazionale colpo d’occhio sulla parete Nord del Gran Paradiso, bella la vista anche verso il piccolo Paradiso e la Becca di Montandayné. Proseguiamo il nostro giro prendendo il sentiero dell’Alta Via numero quattro che consente di traversare verso sud in direzione del rifugio Vittorio Emanuele II (2732 m, 45 min), percorso non pianeggiante come ci aspetteremmo, al contrario si alterna la discesa alla ripresa di quota. Il Rifugio costruito negli anni 30 ospita ogni anno migliaia di aspiranti ai 4061 metri del Gran Paradiso. Anche chi non prosegue verso l’alto può apprezzare il panorama verso la Becca di Monciair e il Ciarforon e gli stambecchi sulle rive del laghetto di Moncorvé. Iniziamo la discesa verso Pont (1960 m, 1.30 ore ), primo tratto sul pianoro morenico, per poi entrate nel magnifico bosco di Larici . Arrivati a Pont scendiamo nella strada asfaltata per arrivare al nostro punto di partenza (15 min.).
Difficoltà: buona metà per i bambini più grandicelli, che troveranno però noioso il tratto centrale dell’itinerario. La lunghezza del percorso riserva però l’accesso ai più motivati e abituati a camminare.